Verità e leggerezza

Ci sono concetti che aiutano a fotografare in maniera panoramica il processo creativo di scrittura in un’opera letteraria. I concetti di verità e di leggerezza sono filosofici prima che letterari, ma in scrittura sono elementi di paragone molto interessanti.

Cos’è la verità, in un Romanzo? Al di là del riferirsi a correnti letterarie precise – per esempio il verismo, o il neorealismo –   verità è la resa realistica di un fatto o di una vicenda che ci induce a ritenere solida e credibile quella particolare invenzione narrativa.  Il che intendiamoci, non è un giudizio di “verità storica” su una fiction, che non è mai possibile, ma sulla robustezza della finzione raccontata. Quindi si giunge a un paradosso: parliamo di verità ma in quanto risultato di una finzione credibile, che poggia sulla costruzione di un mondo narrativo coerente.   

In questo senso, uno Scrittore è un demiurgo (un creatore) che esercita quasi sempre un elevato grado di libertà, e mescola elementi di fantasia con elementi di realtà.  Non prendiamo sottogamba né l’uno nell’altro elemento – fantasia e realtà –  anzi, trattiamoli molto bene. E’ indubbiamente vero, come sosteneva Jorge Luis Borges che la letteratura è sempre fantastica, senza eccezione alcuna: dalla Divina Commedia a Dickens, passando per tanta altra narrativa. E’ il modo in cui compiamo questo viaggio tra il punto A (dato di realtà) e B ( conclusione fantastica) a dirci quanto siamo credibili come Autori.

Nessuno può dubitare che Don Chisciotte della Mancia sia un romanzo cavalleresco fantastico, che racconta le avventure immaginarie un cavaliere. Eppure, questo cavaliere, è un hidalgo spagnolo che ha perduto buona parte della magnificenza, dato che il narratore prende dalla realtà storica… ovvero, all’interno del mondo fantastico di Cervantes è presente un  elemento veristico e di realtà che viene poi elaborato e lavorato dalla fantasia dell’autore. Noi giudichiamo quel risultato.

La verità di una fiction è interpretabile in tanti modi: serietà di un indagine storica, o nella rievocazione di un’atmosfera storica e culturale che vengono trasformate da un fine poetico. Notre Dame di Paris di Victor Hugo è un’opera di fantasia che ha le radici ben piantate nell’’Île de la Cité, luogo reale di Parigi, dove si trovano la cattedrale di Notre Dame e altri preziosi monumenti.  La vicenda di fantasia risulta non una semplice invenzione, ma un’interpretazione narrativa del clima sociale che si aveva a Parigi nel 1300 circa, in pieno Medioevo, che viene poi completata dal genio dello Scrittore.  Si potrebbe continuare con tanti altri esempi questa portata.

Cos’è invece la leggerezza? Ne ha scritto meravigliosamente Italo Calvino nelle sue Lezioni americane. Calvino descrive il suo tentativo di raggiungere la leggerezza come un’opera sottrazione di peso alle città, edifici, personaggi, per aiutarli diventare parte di una fiction. Da scoiattolo della penna, come lo definiva Pavese, Calvino descrive il suo arrampicarsi per i sentieri della letteratura e il modo in cui  in i personaggi iniziano a essere veri, parlanti, credibili… per via di una leggerezza che in definitiva non è precisamente individuabile se non come sintesi di tante componenti: stile, capacità di intrattenere il lettore, agile descrizione di un mondo, ecc.

Ogni Scrittore può avere idee proprie di intrattenimento, stile, cose da raccontare, modo di raccontare; la leggerezza potremmo dire che somigli molto alla capacità di viaggiare leggeri e funzionali in questo percorso.   

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