Non si parla mai abbastanza del rapporto inevitabile e inevitabilmente sentimentale tra personaggi e pubblico, ovvero tra personaggi e lettore. Innanzitutto questa riflessione è importantissima perché sono i lettori a decretare il successo di un’opera letteraria.
Oggi non si usa più tanto che lo scrittore si rivolga al lettore, ma nel 1800, per esempio, la maggior parte dei Romanzi teneva in gran conto il lettore: molte storie venivano pubblicate con il metodo del feuilleton, a puntate su riviste o giornali, perciò lo Scrittore si rendeva subito conto della percezione del suo pubblico. Per esempio I misteri di Parigi di Eugène Sue fu pubblicato tra il 1842 e il 1843 su Le Journal de Dèbat, ed ebbe da subito un successo notevole. Il più classico dei romanzi d’appendice racconta la vita della borghesia di Parigi, ma ospita anche la denuncia sociale e il pensiero socialista dell’Autore. Il libro, dal punto di vita del genere, è considerato uno dei primi esempi di thriller, e la suspense non manca quasi mai, nonostante parliamo di un libro di circa 1000 pagine.
Il lettore era contemplato anche nei procedimenti retorici dello Scrittore: uno dei modi in cui Eugène Sue fa cadere la tensione narrativa, per esempio, è attraverso il cambio d’azione commentato: “ora lettori, torniamo su un’altra vicenda…”
La verità è che al lettore dello Scrittore interessa poco. Gli interessano invece molto di più i personaggi. Sono quelli di cui cerchiamo la compagnia, e devono suscitare tutta nostra empatia. Il lettore non è mai povero di empatia e sentimenti, al massimo lo Scrittore può non essere abbastanza bravo nel coinvolgerlo in un dato intreccio narrativo.
Il romanzo d’appendice è spesso molto pedagogico, lo è anche quest’opera di Eugène Sue. In questo romanzo la distinzione tra buoni e cattivi è netta: non abbiamo bisogno di doverci pensare troppo per sapere con chi ci schieriamo in questa storia: con Rodolphe, il nobile che fa della filantropia il suo divertimento e antidoto alla noia, e che si diverte a scompaginare i piani di malfattori e delinquenti; con Morel, un lapidario che vive in povertà e lucida diamanti non suoi; con Fleur de Marie, una giovane prostituta che riesce a scappare dalle grinfie di una vecchia. A mano a mano che il lettore avanza nella lettura scopre di provare dei sentimenti, si immedesima nelle vite che gli vengono raccontate, anche se sono storie che risalgono a un secolo fa.
Far vibrare tutte all’unisono tutte le molteplici corde dei sentimenti umani, come una sinfonia, è questo che il buon scrittore sa fare, diceva Dickens…
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