Ogni scrittore lo sa. Scrivere è avere a che fare con un pubblico: oggi il pubblico è un dato immaginario, il prodotto di una società tecnologica e solo gli scrittori più fortunati e affermati possono dire di averlo incontrato davvero. Chi presenta il suo ennesimo romanzo, perché riesce a garantirsi la pubblicazione attraverso un discreto numero di copie, è uno di questi scrittori: fa i tour delle librerie e ha un’idea meno fumosa di chi siano i suoi lettori.
Ci sono anche self publisher che hanno scalato la classifica Amazon. Nel mondo indie, funziona diversamente ma non troppo: è differente il circuito promozionale, e ci si basa molto di più sull’online. Spesso, questo genere di Autori, conosce la propria audience dalle recensioni online: non è raro che abbiano un gruppo più o meno consolidato di seguaci, i quali li conoscono fin dagli esordi, e dei quali si fidano.
Che sia una semplice astrazione – il lettore modello – o che parliamo di lettore empirico e reale, chi legge un’opera letteraria si fa sempre un’idea e ci rimanda la sua opinione. Quando questa è numericamente consistente potremmo lavorarci sopra e tenerne conto. Questo dato è poco utilizzato perché tutti pensiamo – con un certa pigrizia mentale – al pubblico in veste di semplice fruitore, e non di testa pensante. Ma facciamo un esempio: provate a immaginare di poter far leggere a non meno di mille lettori la prima bozza del vostro libro, e di poter avere un riscontro da ognuno di essi, non pensate che ne sapreste di più su voi stessi come scrittori?
Ecco dunque che diventa importante, anzi decisiva, l’interazione con il lettore. Uno scrittore può imparare moltissimo da chi legge i suoi libri. Qualcuno potrebbe storcere il naso davanti a questa affermazione: non è vero, si potrebbe obiettare, l’Autore cammina davanti al proprio pubblico, e non scrive per la massa cercando di fare un compromesso con chi andrà a scegliere il Libro. Non parliamo, tuttavia, di questo: se ammetto di essere fallibile e imperfetto, di dover migliorare, il dialogo con il mio pubblico può aiutarmi a trovare lacune o punti di stagnazione nel mio stile e nel mio modo di pensare, che potrebbero aprire la porta a progetti futuri. Non solo, lo Scrittore nutre un certo amore “adulto” nei confronti del proprio pubblico – che vorrebbe informare, guidare, omaggiare dei propri pensieri – e le reazioni dei lettori sono per lui importantissime.
In passato molti Scrittori erano drammaturghi (oggi, nell’era postmoderna, sono sceneggiatori). La formazione per alcuni di loro era importantissima, perché avevano il privilegio raro di poter “vedere” le reazioni sulla faccia delle persone in ogni momento del proprio spettacolo. E’ il caso di Victor Hugo, o di Michail Bulgàkov; tutto questo era esperienza gratis (ma non troppo) che riversavano nei propri progetti letterari.
Insomma, il giudizio del lettore conta e può essere utilizzato dallo Scrittore a proprio beneficio, per crescere e migliorarsi.
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