Un buon scrittore pensa al lettore? Ovviamente sì, anche se non è detto che renda esplicito il rapporto con chi legge. Per dialogare con il lettore non intendiamo il fatto che ogni tanto lo scrittore intervenga con la voce narrante a precisare gli eventi, anche se da un punto di vista pratico questo è sicuramente entrare nella storia, ci riferiamo invece al modo in cui anche sottotraccia lo scrittore stimola il lettore e cerca di farlo pensare.
In questo come in altri casi risulta più semplice fare qualche esempio: nel giallo I 10 piccoli indiani di Agatha Christie la scrittrice inglese si impegna in un gioco letterario molto raffinato, dal punto di vista della trama, che coinvolge moltissimo lettore.
La trama di questa storia, nel suo riassunto è la seguente:
Dieci persone di varia estrazione sono invitate in una villa su un’isola remota da un ospite sconosciuto e vi rimangono bloccate a causa di una tempesta. Qui, vengono assassinate una dopo l’altra. Prima che sia troppo tardi, cercano di collaborare per scoprire chi sia l’assassino…
In questo caso, il dialogo fra scrittrice e lettore avviene attraverso i colpi di scena della trama. Lo scrittore è colui che fissa le regole del gioco; i personaggi sono 10 e vengono invitati su un’isola deserta per trascorrere il weekend, nessuno potrà scappare, l’isola non è abitata da nessuno, il colpevole va ricercato all’interno del gruppo, tutti sono sospettabili.
Sulla base di queste premesse inizia il dialogo, divertito e ironico, che ripeto è anche un gioco letterario, con il lettore da parte della scrittrice. Data la tipologia narrativa della storia, siamo costretti, volenti o nolenti, a misurarci con le nostre abilità da detective. In altre parole siamo quasi dentro la vicenda, abbiamo la possibilità non soltanto di immaginarci la situazione ma di elaborare una possibile soluzione del mistery novel. Il dialogo non è esplicito, perché l’autrice non interviene apertamente nel racconto: infatti non si pronuncia a favore o a sfavore di un dato personaggio, tuttavia semina di sospetti l’ agire di ciascuno, e ci chiede di prendere parte al gioco della ricerca del colpevole e di schierarci. Per eseguire i primi delitti occorre una certa competenza medica, questo potrebbe dirigere i sospetti del lettore verso il dott. Amstrong… ma perché non dubitare da subito di Rogers il maggiordomo? In fondo è un personaggio ambiguo pieno di contraddizioni, sospettabile anche per la sua goffaggine il suo strano mistero.
Il testo di Agatha Christie è un testo aperto, che vuol collaborare con il lettore, lo costringe a misurarsi con la sua arguzia e perciò dialoga con lui; tutto ciò è un’intenzione dell’autrice e una forma evidente della sua narrazione.
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