L’antieroe romantico

Come la nostra vita riscontra successi e fallimenti,  così la storia della letteratura contiene un’infinità di tipi di eroi. Uno Scrittore, in modo particolare, dovrebbe riflettere su che tipo di eroe incarni il suo protagonista: è un eroe classico, della qualità di quelli descritti da Omero nell’Iliade o nell’Odissea, una riflessione e una variazione sul tema eterno dell’eroe, oppure è un uomo molto più normale?

Non dimentichiamo che si tratta di aspetti che influenzano da vicino il viaggio dell’eroe e l’arco di trasformazione del personaggio che alla fine vedrà il protagonista più o meno diverso rispetto all’inizio. Fatte queste premesse, osserviamo che nella letteratura abbondano, a partire dai classici, le figure di eroi perdenti o di antieroi, personaggi che hanno soprattutto lo scopo di comunicarci la visione poetica dell’Autore. I nomi sono tanti: il più immediato da fare è quello di Don Chisciotte della Mancia, un hidalgo fuori di senno che la pazzia rende antieroico, non per mancanza di virtù  ma proprio per scarso senso della realtà – e qui comincia, forse, il messaggio letterario di Cervantes.

Quello dell’eroe è un archetipo assai ricco, e le variazioni sul tema non sono mai troppe: uno Scrittore che sappia creare un eroe o un antieroe originali può, con questo tratteggio, aver già fatto la metà della sua opera, e della sua fortuna letteraria. Non esagero. Pensiamo, per esempio, a Fantozzi di Paolo Villaggio, che scrisse prima il libro e portò solo dopo al cinema il proprio personaggio. L’antieroe Fantozzi, perdente per antonomasia, è funzionale alla critica di una società che ridicolizza l’uomo e lo fa sentire parte di un ingranaggio incomprensibile e folle, un po’ come fece all’inizio del secolo scorso Charlie Chaplin con Modern Times.      

Un antieroe romantico, che si nutre di valori che esaltano la poesia e l’uomo, è il Lucien di Honoré de Balzac, protagonista del Romanzo le Illusioni perdute. Una figura tragicomica di letterato, che la penna sopraffina di Balzac ci descrive con ironica minuzia e spietatezza. Lucien è un ragazzo della provincia francese,  di Angoulême, che si trasferisce a Parigi con l’ambizione di fare fortuna come Scrittore. Sogna il bel mondo, la vita parigina, spera di conquistare la fama e il successo. Presto scopre che la vita del giornalista – professione nella quale si rifugia per sbarcare il lunario – è dura, e quella di Scrittore lo è ancora di più. Tuttavia, dopo le iniziali difficoltà, ha diversi colpi di fortuna che lo portano per un attimo a sperimentare le gioie della ricchezza e del prestigio. Sarà per breve tempo, presto la situazione si complica e la società borghese e nobile mostra al giovane tutta la propria mancanza di valori, il proprio sarcasmo, e la propria ipocrisia.

In uno schema narrativo di questo tipo il viaggio dell’eroe non esiste più nel suo sviluppo classico, così come nel Romanzo Illusioni perdute non c’è un vero antagonista di Lucien. Sono le circostanze che assumono il ruolo di forze antagoniste, e creano uno schema narrativo differente rispetto al tema classico. In questi casi, c’è la prevalenza del messaggio dell’Autore rispetto alla struttura narrativa, e la funzione di una storia diventa pedagogica, morale e sociale.     

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