Non appena pronunciamo la parola fantasy, pensiamo a Tolkien. Certo, i nomi per quanto riguarda il fantasy sono tanti, ma più di altri questo scrittore sembra avere codificato in maniera certa il genere letterario di cui parliamo.
In termini semplici, per definire il fantasy, occorre parlare di mondo narrativo: esso si ottiene mischiando la realtà con la finzione, mantenendo alcune regole proprie del mondo reale e riscrivendone delle altre. Facciamo degli esempi: nel romanzo Metamorfosi di Kafka, accade a un uomo ordinario di risvegliarsi un mattino trasformato in scarafaggio, ma altri aspetti del suo mondo restano identici al mondo reale; nella trilogia del Signore degli anelli diTolkien constatiamo che ci sono elfi, mezz’uomini (gli hobbit), stregoni come Gandalf, draghi alati e cavalli molto più abili; tuttavia, esiste anche la categoria degli uomini normali.
Ciò che, nel caso del fantasy, distingue il bravo Scrittore non è tanto l’aderenza a un genere, anche se ciò potrebbe, nelle prime fasi, aiutarlo; piuttosto la capacità di elaborare un patto finzionale con il lettore evoluto e complesso. Lo scrittore diventa il demiurgo che fissa le regole del gioco – dove, forse, nel giallo e in altri generi queste sono già stabilite – percio è libero di inventarsi di sana pianta le regole. Deve però avere un grado molto alto di fedeltà a se stesso. Non può dire a pagina dieci che certi animali volano, e poi contraddirsi venti pagine più avanti, né può sbagliare collocando buoni e cattivi. Gli elfi nel romanzo di Tolkien hanno una natura mansueta; gli orchi molto meno. Solo seguendo tale prassi possiamo sedurre il lettore con una narrazione coerente.
Nel caso di Tolkien, egli lavorò tanto con il mito, e non solo; fece preziose aggiunte anche dal punto di vista linguistico, dato che alcune lingue dei suoi Romanzi sono di sua invenzione. Il fantasy è un genere che ha a che fare con il mito cavalleresco e con le saghe e fa un grande ricorso agli schemi propri del viaggio dell’eroe, che risultano creati quasi per questo genere. Frodo è il protagonista che deve compiere un viaggio fisico, superare delle prove; può vincere o fallire, e ha bisogno di un mentore (Gandalf), di un gruppo che lo sostenga (la Compagnia dell’anello). Nel proprio percorso incontra quasi tutte le figure archetipiche previste dal repertorio: draghi e mostri che sono dei guardiani della soglia, mutaforma (come Gollum) e tanto altro.
Anche il codice di comportamento dei personaggi, in un fantasy mitico, diventa importante. Nei romanzi di Tolkien è possibile distinguere nettamente non solo i vili dai coraggiosi, ma gli uomini da personaggi che in realtà appartengono alla categoria degli eroi. Questi uomini hanno qualità e ambizioni ben più ampie e consapevoli degli uomini normali, sono caratterizzati da missioni e virtù molto più forti, si confrontano e traggono origine dai primi eroi che il pensiero occidentale ha creato attraverso i poemi omerici.
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