La cura dei dettagli

Uno scrittore, attraverso la propria immaginazione, fa due cose tra loro indipendenti. Accanto all’ideazione di una trama, costruisce un’ambientazione e il mondo narrativo, propri della storia che intende raccontare.

Ecco perché ci troviamo a scrivere dell’importanza dei dettagli: sono importantissimi per quel che concerne l’ambientazione ma pure per il mondo narrativo. Uno Scrittore esordiente e con poca esperienza potrebbe chiedersi a questo punto: che differenza c’è tra ambientazione e mondo narrativo? Siamo tutti studenti, e ignorare questa differenza non è una colpa, ma potrebbe diventarlo, se pretendiamo di scrivere un Romanzo o un racconto senza il giusto approfondimento.

L’ambientazione fa riferimento al romanzo-sceneggiatura dell’Autore. Insomma, è il mondo di fantasia fisicamente inteso. Nel Romanzo il nome della Rosa di Umberto Eco ci troviamo nel Medioevo e la maggior parte della storia si svolge all’interno di un’abbazia. Ambientare una storia nel Medioevo significa che anche il quadro temporale fa parte dei nostri limiti. Forse, è proprio quest’ultimo la definizione migliore di ambientazione, atta a risolvere ogni problema: lo Scrittore fissa in un dato luogo geografico e in un certo periodo storico, una trama.

Con il mondo narrativo parliamo invece di regole più sottili, stabilite dall’Autore. Il mondo narrativo è dato per esempio dalla coerenza nel funzionamento di quel particolare mondo. Se stiamo al mondo narrativo de Il nome della Rosa, quali sono queste regole? Potremmo sceglierne alcune, anche qui costruendo una sorta di diagramma, come nel caso dello spazio e del tempo. Il modo di pensare dei personaggi, ognuno dei quali fa riferimento alla propria tradizione culturale, ne il nome della Rosa è una regola: ci sono monaci di bassa estrazione che hanno avuto esperienze con l’eresia, ce ne sono altri che interpretano in maniera severa la regola di San Benedetto, altri che fanno riferimento alla regola di San Francesco . C’è poi Guglielmo da Baskerville, che da citazione postmoderna quale è (il personaggio letterario al quale è ispirato è lo Sherlock Holmes di Conan Doyle) ragiona in maniera deduttiva su tutti gli eventi che lo circondano.

La cura dei dettagli ha molto a che fare con la capacità di creare un’ambientazione curata e di scrivere al meglio le regole del proprio mondo narrativo. Ne  Il nome della Rosa all’inizio del libro troviamo una “pianta” che ci porta subito dentro la finzione: sappiamo quanto è grande l’abbazia, dove si trovano la biblioteca, o il cimitero, o le case dei famigli, e lo stesso accade mentre leggiamo l’opera. Il mondo narrativo ci parla, nel particolare, con la stessa coerenza. Sappiamo, per esempio, perché Guglielmo da Baskerville è così acuto  e ha quel tipo di pensiero – è un seguace del filosofo Bacone. Conosciamo gli strumenti che utilizza – l’astrolabio e gli occhiali – nonostante sia un uomo del Medioevo. L’immaginazione e l’approfondimento riguardo ai dettagli, coerenti con tutta l’opera, deve essere generosa e instancabile. Quando Guglielmo perde i propri occhiali, il vetraio si offre di fabbricargliene di nuovi, ma per quanto conosca del tutto il processo ha qualche difficoltà a scegliere la giusta lente.     

Di tutto questo meticoloso lavoro non beneficia la credibilità dell’ intera opera?

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