Scrivere è un mestiere?

Sembra banale e ovvio  da sostenere, ma in epoca postmoderna una delle definizioni più comode (e meno problematiche) di Scrittore è proprio quella di un individuo che per lavoro scrive storie di successo. Il successo – e tutte le sue illusioni e fregature  – si sono da tempo accostate alla figura di scrittore, dando risalto, è inutile dirlo, soltanto agli scrittori dai grandi numeri (oggi si direbbe di bestsellers). Questo è vero già dall’Ottocento: Poe, Balzac, London sono scrittori innanzitutto di consumo, che hanno fatto della propria passione un lavoro, anche se perfino per loro, soprattutto nei primi tempi, e non solo, la carriera non fu facile né immediata.    

In epoca più recente, a considerare quello di scrittore un lavoro è stato Josè Saramago, forse l’ultimo dei romanzieri classici. Anche Philip Roth si interrogava spesso sulle stranezze del proprio mestiere, che poi diventava il ritmo monastico delle proprie giornate: la mattina, dopo che tutti vanno a lavorare, sono l’unico del palazzo che resta a casa, e inizio a scrivere, diceva.

Talvolta lo Scrittore, prendiamo il caso di Umberto Eco, è un tranquillo professore universitario, un massmediologo e un semiologo. In questo caso, la scrittura è quasi il completamento del lavoro dell’intellettuale. Infatti Eco, oltre a otto romanzi, ha scritto circa ottanta titoli: saggi e pubblicazioni di vario genere. Jorge Luis Borges in vita fu un conferenziere, e alcuni di questi suoi lavori sono diventati libri. Scrisse soltanto racconti, senza vivere dei proventi finanziari delle proprie opere, avendo svolto per lungo tempo anche la professione di bibliotecario. Eppure è considerato uno degli autori più influenti importanti di tutto il Novecento.    

Qualcuno sa chi è il Dottor Destouches? È il nome d’arte  di Louis-Ferdinand Céline, lo scrittore francese autore de Il Viaggio al termine della notte, uno dei capolavori del Novecento, un’opera in grado di interrogare ancora oggi l’uomo moderno. Céline nella vita faceva il medico, e arrivò soltanto più tardi alla professione letteraria.

Questo quadro analizza il panorama quanto mai vario dei rapporti tra scrittura e lavoro. Da quando esiste l’industria editoriale sicuramente questo legame si è rafforzato. Oggi fare del proprio mestiere di scrittore un lavoro è il sogno di tanti; per raggiungerlo serve la determinazione che fu di Balzac, London, Poe e una buona dose di fortuna.

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