Nello scrivere un Romanzo, la scelta del genere può rivelarsi determinante. Meno siamo neutrali rispetto al nostro genere letterario – ovvero più lo conosciamo, o più siamo decisi nel fare una scelta – più vi sono possibilità concrete di godere di soluzioni che potranno contribuire a migliorare la storia che stiamo scrivendo. Nel caso del genere d’avventura, la sua stessa definizione può rivelarsi problematica o richiedere un’indagine storica, infatti il genere avventuroso è antico quanto la narrazione stessa. Il modo più semplice per identificare il romanzo di avventura, è capire chi è il protagonista di queste storie.
Questo, per esempio è l’inizio di Moby Dick:
«Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa – non importa ch’io vi dica quanti – avendo poco o punto denaro in tasca e niente che particolarmente m’interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare per un po’, e di vedere così la parte acquea del mondo. Faccio in questo modo, io, per cacciar la malinconia e regolare la circolazione. Ogniqualvolta mi accorgo di mettere il muso; ogniqualvolta giunge sull’anima mia un umido e piovoso novembre; ogniqualvolta mi sorprendo fermo, senza volerlo, dinanzi alle agenzie di pompe funebri o pronto a far da coda a ogni funerale che incontro; e specialmente ogniqualvolta l’umor nero mi invade a tal punto che soltanto un saldo principio morale può trattenermi dall’andare per le vie col deliberato e metodico proposito di togliere il cappello di testa alla gente – allora reputo sia giunto per me il momento di prendere al più presto il mare. Questo è il sostituto che io trovo a pistola e pallottola. » (Moby Dick 1851, Hermann Melville)
Come si vede si tratta di un uomo che agisce sulla base di una particolare angoscia, quella delle avventure e del viaggio, che diventano una sorta di necessità. Risalendo la storia della letteratura fin sino alle origini, già Ulisse nell’Odissea di Omero, presenta queste caratteristiche, pur trattandosi in quel caso di un poema epico. Il desiderio di conoscere, l’attrazione verso l’ignoto, la voglia di evadere, sono le caratteristiche primigenie di questo tipo di protagonista.
Nel romanzo europeo, esse si fondono con il racconto epico cavalleresco. È così per esempio, in Cervantes: il Don Chisciotte può essere visto, alternativamente, come un lungo racconto cavalleresco, un esempio di narrativa fantastica, ma anche e soprattutto come un romanzo di avventure – lo è in senso tecnico, dal momento che il protagonista della storia, e il suo fedele scudiero Sancho Panza, altro non fanno che andare di avventura in avventura. Prima ancora, nel Medioevo, abbiamo i casi di Artù e Ginevra, de I cavalieri della rotonda che hanno replicato lo stesso schema, il quale giunge poi fino all’epoca moderna, a opere come il Robison Crusoe di Daniel Defoe o i viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, che a tutti gli effetti sono gli iniziatori del genere moderno del romanzo di avventura.
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