La scrittura è un’arte affascinante, una forma di espressione che va ben oltre il semplice atto di mettere parole su carta. È un potente strumento che consente agli scrittori di creare mondi interi, di far rivivere emozioni e di trasmettere pensieri più intimi a chiunque si imbatta nelle loro opere. Chris Vogler, autore de “Il Viaggio dell’Eroe,” afferma che scrivere è un’operazione quasi soprannaturale, un atto che si avvicina alla telepatia. E in effetti, quando uno scrittore compie la magia della narrativa, trasforma la pagina in uno specchio riflesso delle sue idee più profonde, un portale attraverso il quale i lettori possono viaggiare in mondi immaginari.
Scrivere è un’operazione soprannaturale, ai confini con la telepatia. Pensate: possiamo lasciare alcuni segni sulla carta in un certo ordine e qualcuno, nel mondo, fra mille anni, potrà conoscere i nostri pensieri più intimi. I limiti dello spazio e del tempo, persino quelli della morte, possono essere superati. ( Chris Vogler, Il Viaggio dell’Eroe, Dino Audino Editore)
Queste parole di Vogler aprono una finestra sulla potenza intrinseca della scrittura, suggerendo che il processo creativo possieda un potere quasi magico. Attraverso la disposizione di parole su una pagina, gli scrittori possono creare un ponte temporale, comunicando con lettori che possono trovarsi a migliaia di anni di distanza. La loro telepatia è la capacità di far vivere le proprie visioni nel cuore e nella mente di chi legge, unendo le menti attraverso l’arte della narrazione. In questa telepatia letteraria, ogni autore diventa un telepate, trasmettendo non solo parole, ma emozioni, immagini e idee. Le pagine diventano uno specchio dei mondi interiori, e la connessione tra autore e lettore si estende oltre i limiti fisici. Come afferma Stephen King, uno dei maestri indiscussi del racconto, lo scrittore, anche se separato da anni e migliaia di chilometri, può far rivivere storie con una potenza quasi mistica.
Lo scrittore, anche ad anni e migliaia di chilometri di distanza, dice: là c’è una gabbia con un coniglio dentro, e tutti quelli che leggono, voilà! vedono la gabbia e il coniglio. Che cos’è questa, se non telepatia?” – Stephen King
King presenta la scrittura come un atto di magia telepatica, in grado di trasmettere immagini e concetti da una mente all’altra. La gabbia e il coniglio diventano simboli di storie intrappolate nelle pagine, pronte a liberarsi attraverso la lettura. La telepatia qui non è limitata alle parole, ma si estende alle immagini e alle emozioni evocate dalla descrizione. Il lettore, come un sensitivo, può percepire ciò che lo scrittore ha immaginato e plasmato, attraverso il velo delle parole. La differenza tra scrivere e narrare diventa evidente quando si riflette sulla capacità di trasmettere non solo concetti astratti, ma anche l’essenza stessa delle esperienze umane. Scrivere può essere visto come l’atto meccanico di mettere giù parole, ma narrare è l’arte di far rivivere quelle parole in modo coinvolgente, coinvolgendo il lettore in un viaggio sensoriale attraverso mondi immaginari o reali. Il bravo scrittore è colui che va oltre la mera creazione di frasi e paragrafi ben congegnati; è colui che trasforma le parole in esperienze tangibili.
La narrativa, in questo contesto, diventa la chiave per aprire la porta dell’immaginazione e permettere al lettore di vivere ciò che è stato scritto. Il potere della narrazione risiede nella capacità di creare un’esperienza sensoriale completa, di far percepire al lettore non solo ciò che i personaggi vedono e sentono, ma anche ciò che provano. È il passaggio dalla mera descrizione alla condivisione di emozioni, il ponte che collega l’autore al lettore attraverso l’empatia. La differenza tra scrivere e narrare diventa ancora più evidente quando si esplorano i vari elementi che compongono una storia. Scrivere può essere focalizzato sulla precisione delle parole, sulla grammatica e sulla struttura, ma la narrativa va oltre queste considerazioni tecniche. La narrativa si preoccupa della struttura emotiva, della progressione dell’azione, dei momenti di svolta che tengono i lettori incollati alle pagine.
Un bravo narratore comprende l’importanza di guidare il lettore attraverso un viaggio emozionale. Le parole non sono semplici simboli; sono veicoli che trasportano il lettore attraverso le profondità delle emozioni umane. La narrativa si preoccupa del ritmo, del tono e della tensione, creando un’armonia tra gli elementi per evocare risposte emotive specifiche. È il modo in cui le parole sono intrecciate insieme a creare un’orchestra di emozioni che sconvolgono il lettore, lo fanno riflettere o lo immergono completamente nella storia. Un esempio lampante di questa distinzione può essere evidenziato attraverso la descrizione di un tramonto. Scrivere potrebbe coinvolgere una descrizione dettagliata dei colori, della luce e delle ombre. Tuttavia, narrare va oltre, catturando il senso di meraviglia, di contemplazione, di calma o di malinconia che il tramonto può evocare. La narrazione trasmette non solo l’aspetto fisico, ma anche l’impatto emotivo del momento. Inoltre, la differenza tra scrivere e narrare si manifesta chiaramente nella caratterizzazione dei personaggi. Scrivere potrebbe implicare la creazione di profili dettagliati, fornendo informazioni su aspetto, personalità e background. Narrare, d’altra parte, si concentra su come i personaggi interagiscono con il mondo che li circonda, come cambiano nel corso della storia e come il lettore può identificarsi con le loro esperienze.
I grandi narratori sono maestri nell’arte di rendere i personaggi vivi. Attraverso le loro parole, i personaggi non sono semplici costruzioni di carta, ma individui complessi con desideri, paure e passioni. Il lettore può immedesimarsi in essi, percependo le loro gioie e le loro sofferenze come se fossero proprie. La narrazione, in questo senso, supera la staticità dei personaggi e li trasforma in entità dinamiche che evolvono con il fluire della storia. Un aspetto fondamentale della narrativa è la capacità di creare suspense e sorpresa. Mentre scrivere può concentrarsi sulla coerenza logica e sulla chiarezza, narrare abbraccia l’elemento dell’inaspettato. È la capacità di mantenere il lettore con il fiato sospeso, incuriosito su ciò che accadrà dopo. Questo richiede una comprensione profonda del ritmo narrativo, dell’arte di rivelare informazioni in modo graduale per mantenere viva l’attenzione del lettore. La scrittura potrebbe spiegare chiaramente gli eventi, ma la narrativa li confeziona in modo da far emergere domande, stimolare la curiosità e spingere il lettore a voler sapere di più. È la differenza tra fornire risposte dirette e incoraggiare il lettore a fare domande proprie, a esplorare il significato dietro le parole scritte.
La dimensione temporale è un altro aspetto cruciale in cui la narrativa supera la semplice scrittura. Il tempo nella narrazione è elastico, piegato dalle esigenze della storia. Un autore può saltare avanti o indietro nel tempo, creare flashback o anticipare eventi futuri. La narrativa gioca con il tempo in modo da arricchire la trama, creare tensione e svelare informazioni in modo graduale. La telepatia di cui parla Vogler si svela pienamente quando l’autore, attraverso la narrativa, riesce a trasmettere la percezione del tempo. Il lettore può sentirsi immerso in epoche passate o anticipare il futuro insieme ai personaggi. La capacità di manipolare il tempo nella narrazione aggiunge un livello di complessità che va oltre la semplice esposizione cronologica degli eventi.
In conclusione, la differenza tra scrivere e narrare risiede nella capacità di andare oltre la meccanica della lingua e creare un’esperienza condivisa tra autore e lettore. Scrivere è il fondamento, la costruzione delle parole che costituiscono la storia. Narrare è l’arte di dar vita a quelle parole, di far emergere emozioni, di trasmettere pensieri e di connettersi telepaticamente con chi legge.
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