L’opera-mondo di William Faulkner: una mappa bibliografica tra genio, silenzi ed edizioni

Un viaggio critico nella “check list” delle opere di William Faulkner compilata da James B. Meriwether nel 1957: tra labirinti editoriali, varianti testuali e l’ossessione per l’ordine del caos letterario.

Indice

  1. Una lista contro l’oblio: il progetto bibliografico di Meriwether
  2. L’autore molteplice: libri, racconti, poesie
  3. Tracce editoriali: la metamorfosi del testo faulkneriano
  4. Voci, silenzi, omissioni: ciò che resta fuori dalla lista

1. Una lista contro l’oblio: il progetto bibliografico di Meriwether

Che cosa rimane di un autore? Una domanda che, se rivolta all’opera di William Faulkner, si trasforma in un enigma: il Mississippi narrato, la lingua stratificata, il tempo frantumato. Ma anche, banalmente, i dati editoriali. Nel 1957, James B. Meriwether prova a dare una risposta concreta e insieme ambiziosa: costruire una check list di tutte le opere pubblicate da Faulkner, in una forma che non sia solo inventario, ma strumento critico. Questo documento nasce non per archiviare, ma per far emergere il labirinto. Meriwether non cerca completezza, ma leggibilità; non ordina tutto, ma indica i punti da cui partire. Il suo intento è pragmatico e visionario: è consapevole che una bibliografia, se ben strutturata, può raccontare l’evoluzione di uno stile, le insidie dell’editoria, le oscillazioni tra mercato e sperimentazione.

2. L’autore molteplice: libri, racconti, poesie

Dalla prima poesia apparsa nel 1919 sulla rivista New Republic ai romanzi della trilogia dei Snopes, ogni titolo elencato da Meriwether è un frammento del mondo faulkneriano. Il suo elenco è diviso in sezioni – romanzi, raccolte di racconti, pamphlet, discorsi, poesie – ognuna delle quali racconta una diversa incarnazione dell’autore. Faulkner scrive e riscrive, pubblica in riviste poi riorganizza in raccolte, cambia titoli, intreccia racconti in romanzi. Lo scrittore è, già nel suo tempo, un autore-mondo: ogni racconto rimanda a un altro, ogni personaggio a un destino più ampio. Yoknapatawpha non è solo una contea immaginaria, ma l’ossatura narrativa che tiene insieme la sua produzione. E Meriwether, con la pazienza del cartografo e la tenacia del filologo, traccia confini, connessioni, passaggi nascosti. Non è solo un censimento: è una rivelazione.

3. Tracce editoriali: la metamorfosi del testo faulkneriano

Ciò che colpisce, leggendo tra le righe della checklist, è la mutabilità del testo. Faulkner è uno scrittore che non smette mai di modificare la propria opera: riprende storie già pubblicate, le rielabora, cambia personaggi, aggiunge un prologo, rimuove una frase. Il confine tra prima e seconda versione è sfumato, instabile. E Meriwether, da buon editore critico, lo segnala: “slightly revised”, “reprinted with minor changes”. Le varianti non sono note a piè di pagina, ma indizi di una poetica. Per Faulkner, il testo non è mai definitivo: è corpo vivo, mutante. Un racconto come Wash, ad esempio, compare prima in Doctor Martino, poi – rivisitato – in Absalom, Absalom!: stessa storia, diversa intensità, nuovo destino. La checklist diventa così uno strumento per indagare non solo cosa ha scritto Faulkner, ma come l’ha trasformato, quando e perché.

4. Voci, silenzi, omissioni: ciò che resta fuori dalla lista

Ogni censimento implica una scelta. Ogni lista crea, inevitabilmente, delle ombre. Meriwether lo ammette: nella sua opera non trova posto il lavoro cinematografico di Faulkner, le traduzioni, le lettere, le registrazioni, i disegni. Non è un caso. Quello che viene escluso dice quanto ciò che viene incluso. L’autore pubblico è separato dall’autore privato, la voce stampata dalla voce registrata, la poesia dalla sceneggiatura. Ma oggi, a settant’anni di distanza, possiamo (e forse dobbiamo) riconsiderare quei silenzi. Non per colmare le lacune, ma per comprenderle. Cosa significa lasciare fuori la voce che parla in un discorso alla gioventù giapponese? Perché ignorare i disegni, le prime bozze, le versioni intermedie?

Meriwether, James B. William Faulkner: A Check List. The Princeton University Library Chronicle, vol. 18, no. 3, Spring 1957, pp. 136–158

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